Tre studi d'artista, due grandi mostre, alle quali
si innesteranno workshop, incontri e laboratori,
insieme a due progetti speciali dedicati al fiume Savio di Cesena,
nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018
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Anche per l'edizione 2018 il Festival Cristallino si dirama in una serie di percorsi diffusi, sempre nel solco di una rotta artistica tesa a rimarcare come all’interno di un territorio, nel suo complesso ecosistema storico, ambientale e antropico, siano proprio le realtà liminali, di confine o borderline, a svolgere una funzione determinante circa lo sviluppo e la precisazione della sua stessa identità.
Tre studi d'artista, due grandi mostre, alle quali si innesteranno workshop, incontri e laboratori, insieme a due progetti speciali dedicati al fiume Savio, nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018; e ancora performance, incontri, live painting. Ogni occasione del Festival sarà intesa a dare corpo a ciò che si muove per vie periferiche, ciò che, per natura e configurazione, appare minoritario e dunque utopico o atopico – ciò che in forza della sua qualità interstiziale non si lascia ricomporre in un quadro prestabilito, innescando per vie sotterranee, passo dopo passo, un mutamento della fisionomia degli spazi e delle comunità che li abitano e li attraversano.
art work Verter Turroni
Questo sconfinamento della geografia nella biografia parla, in qualche misura, anche della nostra azione di resilienza, come festival indipendente e come centro artistico, in una periferia urbana. Con una fondamentale scoperta, che si è precisata nell’arco di questi anni: che ogni situazione di marginalità, estranea ai circuiti mainstream, può attestarsi, al di là di ogni suo possibile, futuro sviluppo, soltanto come “desiderio di essere”, di esserci, in questo tempo e nei luoghi che ci sono dati.
Il filosofo Didi-Huberman, partendo da una immagine di Pier Paolo Pasolini sulla progressiva scomparsa delle lucciole, ha scritto che “l’animata danza delle lucciole non ha altro luogo che nel cuore delle tenebre”: solo in quelle nicchie scampate alla feroce luce panottica della pseudo-modernità, in aree interstiziali e periferiche. E che “le lucciole non si illuminano per illuminare” ma unicamente per un gesto mimico di presenza – non assecondando altra logica, altra finalità, che quella, appunto, del desiderio di essere.
In una metaforica situazione “tenebra” è questo che ci preme testimoniare, attraverso l’opera degli artisti che ci accompagneranno in questa edizione così come di tanti altri che negli anni abbiamo incontrato.
Con l’impressione che queste piccole e intermittenti luminescenze che infrangono lo specifico buio dell’epoca, ossia quella brutale e ostinata “luce al neon” dell’industria politica, sociale, culturale, siano alla fine le uniche a restare per davvero stampate sulla nostra retina.
ph Michele Buda
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Cristallino Festival
autunno 2018
VIE PERIFERICHE
artisti
Luca Piovaccari
Verter Turroni
Gola Hundun
Roberto Ghezzi
Michele Buda
Collettivo Arteda
Eugenio Tibaldi
Guido Guidi
Corte Zavattini 31 - Cesena
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